Russia. L’ennesimo caso di censura del regime di Putin. Una giornalista della tv di stato sta affrontando un’udienza dopo aver mostrato un cartello anti-guerra durante il telegiornale.
Il Governo russo è solito censurare i dissidenti e coloro che non conformano al pensiero promulgato dallo stato di Putin. E in questo caso, la dissidenza è stata plateale. Una giornalista della tv di stato della Russia, dopo aver mostrato un cartellone contro la guerra, è inizialmente scomparsa, mentre oggi si trova ad affrontare un’udienza al tribunale di Ostankino di Mosca. Marina Ovsyannikova, questo il nome della giornalista soggetta alla censura, successivamente scomparsa e poi sottoposta all’udienza. Il cartello in mano a Ovsyannikova recitava: “Fermate la guerra. Non credete alla propaganda. Vi stanno mentendo. Russi contro la guerra”.
La giornalista russa collabora da parecchio tempo per la televisione di Stato. Nella serata di ieri, 14 marzo, pareva fosse stata arrestata immediatamente, senza passare per il commissariato. Le ultime notizie riportano che, dopo il fermo, Marina Ovsyannikova sembrava, in un primo momento, scomparsa. L’udienza che deve affrontare è una terribile notizia per le libertà individuali, tra cui quella di pensiero e di espressione. Avevano denunciato la sparizione della donna gli avvocati di una ONG legata a violazioni dei diritti umani nonché a perseguitati politici, la OVD Info.
#MarinaOvsyannikova
Per anni è stata il volto della propaganda del Cremlino.
Ieri ha interrotto il TG con un cartello “NO WAR” e per questo motivo è stata arrestata. Conscia del rischio, aveva preparato un videomessaggio.
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1/6https://t.co/ls7YkwLZBL— Mediterranea Saving Humans (@RescueMed) March 15, 2022
Il videomessaggio della giornalista
La giornalista ha preparato un videomessaggio, essendo conscia della pericolosità delle sue azioni. Queste le parole dell’accorato messaggio. “Ciò che sta accadendo ora in Ucraina è un crimine. La Russia è l’aggressore. La responsabilità dell’aggressione è di una sola persona: Vladimir Putin. Mio padre è ucraino, mia madre è russa. Non sono mai stati nemici. Questa collana che indosso (nel video, la giornalista indossa una collana con i colori delle bandiere di Russia e Ucraina, n.d.r.) è un simbolo del fatto che la Russia deve immediatamente far cessare questa guerra fratricida. Così i nostri popoli fratelli potranno finalmente riconciliarsi”.
“Sfortunatamente, negli ultimi anni, ho lavorato per Channel One (il primo canale dell’emittente del Cremlino, n.d.r.). Ho lavorato per la propaganda del Cremlino. Me ne vergogno molto. Mi vergogno di aver permesso loro di raccontare bugie sullo schermo. Provo vergogna per aver reso degli ‘zombie’ i russi. Ci siamo stati zitti nel 2014 quando tutto questo stava iniziando. Non siamo andati alle manifestazioni quando il Cremlino ha avvelenato Navalny. Abbiamo guardato silentemente questo regime disumano. Dobbiamo fermare questa pazzia. Non possono imprigionarci tutti“.
L’udienza in tribunale
Nel tribunale di Ostankino di Mosca, si tiene l’udienza a carico della giornalista Marina Ovsyannikova, che lavorava nel Primo canale della Televisione di Stato. Ieri, Ovsyannikova ha inscenato una protesta nel mezzo del telegiornale in prima serata. In seguito, la giornalista è stata posta dalla polizia in stato di fermo. Stando alle dichiarazioni rese note da Novaya Gazeta, il caso nei confronti della giornalista è stato aperto per “organizzazione di una protesta non autorizzata”. Ovsyannikova, come fa sapere una fonte, rischia fino a dieci giorni di reclusione. Eppure, non ha rinnegato il suo gesto e non si è dichiarata colpevole.